1371-92: Testimonianze della fortificazione di Governolo

(tratto da Claudio Gobbetti: "Governolo: un viaggio nella storia" p.58)

 

Ludovico e Francesco Gonzaga nel 1362 durante una cena uccisero il fratello Ugolino per il suo atteggiamento filovisconteo in contrasto con la tradizionale amicizia dei Gonzagá con i Veneziani.

Bernabò Visconti attese questa occasione per allearsi nel 1368 con gli Scaligeri (Signori di Verona) fino al punto di minacciare il castello di Governolo.

Questo episodio, nonostante il successivo intervento pacificatone dell'imperatore Carlo IV di Boemia, indusse Ludovico a rafforzare e a tenere sempre pronte tutte le fortificazioni mantovane, svolgendo continui lavori di restauro ed ampliamento, per cui la richiesta di sassi dalle colline di Monzambano e di quadrelli, coppi e calcina alle grosse fornaci di Governolo, Borgoforte e Castiglione Mantovano erano continue e rivestivano la massima importanza.[1]

E' qui riportata una relazione di rinforzo degli argini del Mincio fatta da Bartolomeo de Benedetti con la successiva riproduzione fotografica del documento conservato nell'archivio di Stato di Mantova: 1392: documento relativo al rinforzo degli argini a Correggio Micheli (Arch. di Stato di Mantova).

 

TRADUZIONE DEL DOCUMENTO IN ITALIANO

 « Magnifico ed eccellentissimo Signor mio alla Vostra magnificenza comunico che visitai l'argine di Correggio Cremaschi da fare di nuovo con Zanello Braidi, Benvenuto Micheli, Bartolomeo Marono, Domenico De Gozza, ( ... ? ) Giacomo Vandini, il gastaldo (amministratore) del priore di S. Matteo per esaminarlo da farsi in due modi, e visto ed esaminato il diligentemente deliberammo per maggior e minor tutela di farlo in questo modo cioè:

1°) trentasei (  ... ?) pertiche incominciando dalla parte superiore venendo verso il basso, stimando otto giornate di lavoro per queste pertiche;

2°) ventisei pertiche consistenti in 24 giornate di lavoro, pertiche che iniziano verso ovest e 66 pertiche; similmente riservando verso l'argine del Mincio 1000 giornate di lavoro secondo mi è stato detto. Dove ci sarà maggior bisogno farò oggi pesare 7000 coppi da consegnare a Quinzano come mi è stato detto; e intanto sono stati mandati più di 600 mattoni cotti, se non (…?) si troverà di più.  Prima parte di detti argini 39 pertiche da campo, 1092 opere lavorative.  Seconda parte 27 pertiche da campo, 39 di opere  (…?). Terza parte verso il Mincio 1000 di opere (... ?) la somma di tutte le sopraddette opere assommano a 2340 (?).

Vostro Bartolomeo De Benedetti.   Governolo 3 dicembre 1392 »[2]

Nell'archivio Gonzaga si trovano numerosi documenti di Bartolomeo De Benedetti riguardanti la restaurazione del castello governolese. Questi scriveva a Ludovico Gonzaga che, scavando la terra per fare le torri, si rinvennero le fondamenta di una torre più vecchia. Non è possibile sapere se era una di quelle dell'antico castello matildico. La lettera continua che da lì si vedeva la torre di Serravalle. Si chiedeva di porre una campana per chiamare gli uomini in caso di pericolo.[3]

 


[1] F. AMADEI, Op. Cit., VOL. 1, pag. 604; vedi anche « Castelli dei Gonzaga », op. cit., pag. 50.
[2] Archivio di Stato di Mantova (A.S.Mn.), A.G. F Il 8, Lettere dai paesi B. 2.376, n. 74. La pertica corrisponde a m. 0,377.
[3] A.G. Busta 2.376. In questa busta vi sono 74 lettere da Governolo, fra le quali circa 20 di Bartolorneo de Benedetti riguardanti le torri della zona. Quelle di cui sintetizzo il contenuto sono la n. 56 e la n. 57.

 

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