Correggio Micheli
(comune di Bagnolo S. Vito MN)
di Silvio Manfredini

La posizione geografica

Correggio Micheli è una frazione del Comune di Bagnolo S. Vito. Ha una superficie di circa Km². 5 pari a 1/10 dell'intero territorio comunale. Ha forma di triangolo isoscele e confina a Nord col fiume Mincio, a Sud con il fiume Po, ad Est con la confluenza del Mincio con il Po ed ad Ovest con il canale Bolognina. Comprende un territorio strappato in epoche successive alle acque dei due fiumi e a poco a poco bonificate.
    Le abitazioni sono molto sparse sul territorio: i nuclei abitativi più consistenti sono
insediati prevalentemente sulla sponda sinistra del fiume Po e in un tratto di territorio, attiguo
al Mincio, denominato “Isola Matildica”, sede un tempo dell’abitato di Governolo allora
Comune al quale anche Correggio apparteneva.


Origine del nome

La prima parte del nome “Correggio” deriva con ogni probabilità dal latino “Corrigium”
che vuol dire “striscia di cuoio” e per analogia, nel nostro caso, striscia di terra che, in quel
tempo, emergeva dalle acque. Molte erano queste striscie di terra abitate che assumevano
come analogo: Correggio Cremaschi, ora scomparso e Correggioli, attuale San Nicolò Po. La
seconda parte del nome “Micheli” è legata probabilmente al nome di San Michele, Santo
protettore di questo territorio.

La storia

La storia di Correggio si potrebbe riassumere in alcune righe da una poesia del prof.
Dante Bettoni dedicata al territorio:

E fecero la storia
uomini umili
curvi sui remi
curvi sui solchi
sorbendo le lacrime amare
dei servi
silenziosamente.
Ma gli occhi nel sole
levavano ai suoi pioppi:
radici prigioniere
presso l’acque del tuo Mincio
ma libere cime nel tuo cielo.


La storia di questo Paese, con una certa approssimazione si mescola
con quella di Governolo.

E’ certo che le sue origini si perdono nella preistoria.
Abitato da palafitticoli, che vivevano di caccia e di pesca su lingue di terra, conobbe
probabilmente l’insediamento “Etrusco che si andava sviluppando oltre il Po, lungo l’asta
del Mincio. Subì le invasioni dei Galli “400 a.c.” dei Veneti, dei Romani (200 a.c.).
Frantumato l’Impero Romano dalle invasioni barbariche, vide nel 452 d.c. l’invasione degli
Unni. A proposito si ricorda l’incontro storico di Papa Leone Magno con Attila nelle paludi
tra il Mincio e il Po. Si alternarono poi diverse dominazioni (Longobardi, Franchi,Bizantini)
delle quali non troviamo segni significativi.
Infine il territorio entrò a far parte del Feudo dei Canossa che avevano spinto i loro
confini fino al Mincio e fatto costruire un Castello con numerose torri, delle quali una sola
è rimasta ed è detta “di Galliano” dal nome del suo costruttore.
Nel 1110, alla morte della Contessa Matilde di Canossa, tutto il territorio passò ai
Monaci del Monastero di San Benedetto che iniziavano le prime opere di bonifica,costruendo
canali e arginando i fiumi.
In quel momento la popolazione intraprese l’attività agricola. Ancora oggi, su vecchi
rogiti locali, troviamo segnate le “Regalie” che dovevano essere portate al monastero di San
Benedetto. Nel 1198 il Mincio venne incanalato e arginato da Alberto Pitentino che costruì anche la prima chiusa per il governo delle acque.
Nel 1328, la Signoria dei Gonzaga, diventata padrona di Mantova, estese il suo dominio anche su questo territorio che subì guerre e vicende legate all’alterna fortuna di quei Signori in continuo contrasto con i “Visconti”, gli “Scaligeri”, gli “Estensi” e i “Veneziani”.
Nel 1610 venne riconosciuta, ad opera del “Bertazzolo”, la nuova conca e venne sistemato il sostegno così da rendere maggiormente navigabile il Fiume Mincio anche a grosse barche.
Nel 1707, terminato il dominio dei Gonzaga il territorio passò sotto l’Austria. Nel 1746,
l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria riordinò il territorio e smembrò il Comune di Governolo
togliendogli la sinistra Mincio e lasciando solamente le frazioni di Correggio Micheli,
Correggio Cremaschi, San Giacomo, Campione, Correggioli (San Nicolò) Gazzo, San Biagio
e Bagnolo San Vito. Nel 1796, Napoleone, giunto in Italia, confiscò ai Monaci del
Monastero di S. Benedetto tutte le terre e le vendette ai contadini creando così sul territorio
i primi proprietari.
Nel 1840 il Comune non si chiamerà più Governolo, ma Bagnolo San Vito e si dovrà
aspettare fino al 1866 perchè possa riunirsi all’Italia.
Le Amministrazioni Comunali che si susseguirono nel tempo ebbero diverse connotazioni
perchè chi votava erano solo gli alfabetizzati e chi pagava il censo; pochi a Correggio
erano in queste condizioni.
Anche Correggio pagò il suo contributo di sangue nelle due guerre mondiali che si susseguirono e solo col 23 aprile 1945, quando le truppe americane attraversarono il Po proprio a Correggio, potè cominciare a godere un periodo di pace, di libertà e di maggior prosperità.

Le vie di comunicazione

Il territorio fin dalle epoche più antiche (1000-1100), essendo circondato dai fiumi, era
dotato di porti-traghetto che consentivano il passaggio a merci e persone da una sponda
all’altra e facevano capo alle principali vie di comunicazione. Il territorio allora ne aveva sul
Po uno che lo collegava con la frazione Camatta di San Benedetto, uno che univa la Statale
“Romana” sempre con San Benedetto e uno sul Mincio a Governolo che dava accesso alla
strada per Ostiglia. Quest’ultimo traghetto fu tolto e sostituito da un ponte levatoio che
rimase fino al 1859, ricostruito poi in ferro. Su questo ponte fino al 1915 si pagava il pedaggio.
Fin verso il 1930 il territorio era attraversato da una linea ferroviaria: La Ostiglia -Mantova
Oggi, con la costruzione del tratto di strada, denominato Via Dosso, che unisce la
Statale “Romana” alla “Padana” e con la costruzione del nuovo ponte in cemento sul Po le
vie hanno perso della loro importanza e da provinciali sono diventate comunali. Le attuali
vie del paese sono da ricordare per la loro particolare connotazione col territorio. Esse
sono:
Via Molinara, così chiamata perchè conduceva ai mulini sul Po;
Via Oratorio, perchè in quel luogo sorgeva un oratorio dei Frati Benedettini, demolito
nel primi anni del 1950;
Via Bevilacqua, posta sull’argine del Fiume Mincio così chiamata perchè scorreva
accanto alle paludi;
Via Bixio, perchè in quella località i bersaglieri guidati da Nino Bixio (tra questi era
anche Mameli) ebbero il battesimo del fuoco nella battaglia sul ponte di Governolo nel 1848.
Via 23 Aprile, perchè ricorda il giorno in cui le truppe americane passando il Po a
Correggio Micheli diedero inizio alla liberazione del Nord-Italia. Questo giorno ricorda
anche il coraggioso intervento di due correggesi: Cavicchini Giuseppe (detto Magio) e
Buzzi Marco (detto Ciupìn) che, mentre infuriavano le prime cannonate contro l’abitato,
hanno attraversato in barca il fiume Po per avvisare gli Americani che i Tedeschi erano in
ritirata. Con tale atto hanno salvato il Paese da sicura distruzione.

L'economia

In epoche antiche l’attività prevalente degli abitanti era legata alla pesca e alla caccia,
ma quando i Fiumi diventavano vie di comunicazione molti intrapresero il mestiere di barcaiolo.
Poi con la graduale bonifica delle paludi e la costruzione degli argini, molti si dedicarono
ai lavori della terra come braccianti e altri diventarono terrazzieri.
Per anni la popolazione condusse una vita al limite della sopravvivenza. Un primo
miglioramento della vita si ebbe col dominio sul territorio dell’Austria. Con l’annessione del
territorio al Regno d’Italia (1866) le aspirazioni di un ulteriore miglioramento non trovarono
conferma e l’economia restò legata prevalentemente alla terra, così che molti emigrarono
verso altri paesi tra cui l’America.
Dopo la prima guerra mondiale, con i lavori di bonifica, arrivarono alcune famiglie dal
Veneto le quali poi si stabilirono definitivamente sul territorio. Dopo la seconda guerra mondiale, quando nelle città si sviluppò l’industria allora, Correggio vive una notevole migrazione verso Milano - Torino - Mantova. Le grandi cascine si svuotarono e la popolazione, anche a causa del calo demografico, si dimezzò. Il grado di cultura, al limite dell’alfabetizzazione prima della guerra è oggi fortemente migliorato e conta diplomati e laureati.
Le scuole che nel 1948 contavano 137 alunni, nel 1988 sono state chiuse perchè gli alunni erano diventati in tutto circa una decina.
Il territorio fa parte della parrocchia di Governolo, ma nel 1962 gli abitanti hanno voluto una loro Chiesetta e con mezzi propri e mano d’opera gratuita fu dato inizio ai lavori che sono stati ultimati nel 1968.
In questi ultimi 50 anni la popolazione ha sicuramente migliorato le proprie condizioni
e oggi gode di un discreto benessere dovuto al lavoro impegnato dei suoi contadini, operai, artigiani e impiegati.
 

Una poesia in vernacolo

Al Cure's
di Brunetta Vicini

Al vintisìnc d’April as catéma ogni an
par ricordar la giornada ad la liberasion
visùda con grand trepidasion.
Pauri, scioptadi, casi disastradi, tanti lût
ma che moment brût.
Quanti ani è pasà da cal beatificà e
ricordaral anca ai putlet l’è na lesion
at civiltà et ad grand umanità.
Ed in coe am-ricordi, in lontanansa, anca
tanti figuri a rimembransa.
Li grandi Famigli dal Curés: tüti unìdi cmè fradei
pronti a dividar i moment brüt e quei bei.
I Caucin, i Fighin, i Pimpina, i Deri, gli Asioi, i Bragus,
i Basili, i Pulieti, i Gambin, i Preti, al Brin, ghera i Gerbei,
i Barcei, i Nunà ed i Fumanin e tanti altar
ognun col su scutmai.
Ricordi la tratoria at Cavoli, l’osteria "Al Vent”
ad la Nina at Milan, la Rumilda con al su barachin
cl’a fava di gelati soprafin.
La sera, tra i smergolar ed i rùmiar di bö,
i grand filos in li stali a far at dli
grand bagoladi in do as saveva tuti an sol profum,
ma l’era genuin come al bun vin.
Ricordi li sbraiadi tra na calada e l’altra
sempar accompagnadi da un gran salüt tradisional
mia tradücibil in italian, anca perchè l’è mia tant’urban.
L’era però dit con al cor come na riverensa par
ricordar ad ognun la proveniensa.
Al Curés, paes at la ronchina, come l’è bela ancora sta rima.

Correggio Micheli, 1987.