Il tempietto di S. Leone Magno

Tratto dal testo di C. Gobbetti "Governolo: un viaggio nella storia" p. 114

 


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Foto sopra: particolare del disegno progetto idraulico Azzalini 1752

nel quale si indica il tempietto dedicato a S. Leone vicino le foci del Mincio


 Nelle Visita Pastorale del 1600 e del 1700 non vennero documentate particolari notizie sulla descrizione di tale oratorio ("chiesetta") presente alle foci del Mincio come testimonia la mappa settecentesca del progetto Azzalini.

Nella Visita Pastorale del 1674 (foglio n. 1) vi era la pretesa di un certo Possevino di avere dei diritti sul detto oratorio, ma poiché nella Visita Pastorale precedente del 1647 non vi era accennato per nulla a tale diritto, il Vescovo ordinò che se non fosse stato possibile documentare tale diritto, fossero restituite le chiavi all'Arciprete. Nella Visita Pastorale del 1717 (foglio n. 1) venne confermato il diritto parrocchiale su quella chiesetta (e non del Possevino), con riserva dei diritti del Píchi fino a quando non ne dimostrarono gli atti.

Il Vescovo poi, ordinò che venisse fatto un gradino di assi per rendere più adatto l'altare alla celebrazione e fossero riparate le finestre con delle reti.

Nella Visita Pastorale del 1724 (foglio n. 3) è riportata la notizia che tale oratorio aveva un solo altare ed era mantenuto dignitosamente dal Conte Picchi. Fu comandato che venisse sospeso l'uso dell'oratorio se non fossero state riparate le finestre.