Lapide tutt'ora esistente sul manufatto ora abbandonato.

 
 

1394: Francesco Gonzaga modifica la chiusa

Francesco Gonzaga, quarto Capitano di Mantova, in vista di una successiva guerra contro i Visconti (Gian Galeazzo divenne nel frattempo anche Signore di Verona) rafforzò il Serraglio, ossia quel territorio fortificato tra il Po e Mantova.[1]

Ebbe però una geniale idea riguardo alla chiusa di Governolo. E' bene precisare che la chiusa fin dal presunto progetto del Pitentino (1198) era molto larga.[2]

Francesco ebbe l'intuizione di dividere in due tale apertura mediante un massiccio pilone centrale. Un arco unì il pilone centrale con la sponda sinistra e su questo fu costruita una grossa torre. L'acqua passava per metà sotto l'arco della torre e per l'altra metà dalla parte scoperta della chiusa.[3]


Il motivo per il quale Francesco volle cosi modificare la chiusa, lo spiega il Bertazzolo con due ragioni:

la prima per impedire il transito delle grosse navi armate dei nemici quando esse avessero voluto passare,

la seconda per trattenere le acque del Mincio e del lago a beneplacito dei Gonzaga.

Le imbarcazioni superavano il sostegno idraulicamente chiamato a scivolo, solo in particolari condizioni d'acqua fra il Mincio e il Po a mezzo di primordiali attrezzature di tiraggio con funi e verricelli.[4]


Note:

[1] « I castelli dei Gonzaga », Rusconi, 1983, pag. 55.
[2] BERTAZZOLO, Il sostegno  .... pag. 21.
[3] E. Azzi, Il proglema dei laghi .... op. cit., pagg. 88 e 89; F. AMADEI, Op. cit., vol. 1, pag. 671.
[4] « Convegno internazionale di navigazione interna » tenuto a Mantova nel 1963: relazione dell'Ing. Sante Pecchini, pag. 332.