CONFERENZA PUBBLICA

PER RIAVERE GOVERNOLO

CAPOLUOGO DEL COMUNE

 

Grazie al signor Giannino Lucchini, che a sua volta lo ha avuto in eredità dal nonno Leopoldo, sono venuto in possesso di questo importante e storico documento dove è stata trascritta la Conferenza, tenuta a Governolo nel lontano 26 Dicembre 1918 dal professor Fortunato Ferrari, per la richiesta alle Autorità del tempo per far “ritornare” Governolo  Comune capoluogo, dopo che con l’avvento dell’impero austro-ungarico era ed è tuttora Roncoferraro .

Pur essendo stato redatto nel lontano 1918, pochi giorni dopo la fine della Grande Guerra, il contenuto sembra invece scritto ai giorni nostri, tante sono le similitudini e il modo di pensare, quel “sano” campanilismo che ancora oggi è vivo tra i Governolesi e gli abitanti del capoluogo Roncoferraro. Ci sono inoltre elencate idee avveniristiche come sfuttare la caduta dell’acqua del sostegno per produrre elettricità, e un’ampia visione imprenditoriale, merita un plauso il forte attaccamento all’acqua, il Mincio con il porto di Governolo e, udite udite, il traffico commerciale e passeggeri dei natanti sul canale Fissero!!! Solo oggi, nel XXI secolo si sta lentamente avverando questa proposta.   

 

Governolo 1 Governolo 2

 

A  GOVERNOLO

 

Lontan nei secoli la storia intende

Sonar fatidico tuo nome in core,

Tu forte ostacolo ch’ognor contende

Il passo al Teuto rapinatore.

 

Quivi sul florido campo lombardo,

Flagello d’ Attila l’ansia gli doma

Leon Magnifico, che del codardo

Rompe la barbara marcia su Roma.

 

Glorioso, impavido un  Cavaliere

Cade a Governolo: da macchia immune,

Giovanni Medici di Bande Nere!

 

Epiche restano di questa Terra,

Che vuol risorgere grande a Comune,

Eterne, fulgide gesta di guerra!

 

CATULLO FERRARESI

 

Il Comune a Governolo

 

Conferenza del Professore  FORTUNATO FERRARI

 

Tenuta a Governolo il  26 Dicembre 1918

 

Nel precedente articolo del 5 Gennaio gentilmente pubblicato dal Giornale" La Provincia di Mantova" abbiamo sgombrato il terreno dalla even­tuale critica di campanilismo che poteva esserci mosso da altre frazioni, alle quali però si sarebbe risposto in che consista e da chi fu creato l'attuale campanilismo e, peggio ancora nepotismo, in pieno regime socialista, proprio in un tempo in cui tutto tende al collettivismo.

La volontà  umana può ben poco nel creare i centri maggiori delle sue attività, ed anche nelle designazioni dei capiluoghi degli Stati, delle Provincie, dei Comuni, sopra ogni altro vale il fattore geogra­fico. Governolo dalla posizione sua  geografica potrebbe trarre gli auspicii di diventare, se non una città, certamente un grande emporio commerciale nella linea fluviale Mantova - Venezia - Milano, sull'arteria Bocche del Mincio - Peschiera. La grande vittoria sull' Austria, alla quale Austria, Governolo deve la sua rovina, affretterà certo la costruzione della Mantova - Peschiera - Riva di Trento non chè l'attivazione delle grandi Linee fluviali già progettate, allo sviluppo delle quali non è più sufficente l'attuale Conca, ma quella già progettata che avrà, vita nella grande isola in cui trovavasi il vecchio castello. Governolo adunque sarà lo sbocco di tutto il commercio agricolo della zona compresa fra l'Adige ed il Mincio dell'Agro Mantovano e Veronese che conta fra i suoi prodotti il riso più pregiato del mondo. Da ciò ne verrà lo sviluppo del suo mercato settimanale, nonchè della sua rinomata fiera che porta il nome, da migliaia d'anni, del glorioso Ve­scovo S. Agostino, che fu primo filosofo della Storia nel tramonto della Romanità, insegnante anche fra gli uomini sommi dei più alti ideali umani, traendo a sè nella desolante decadenza del mondo antico, nel seno della Chiesa cristiana primitiva, le masse, a grandi ondate rifugiatesi nell'asilo protettore di ogni sciagura umana.

Il comune di Roncoferraro al disopra di ogni amore di parte, deve essere orgoglioso nel trovare in Governolo il suo naturale Capoluogo poichè all'avvenire che gli si dischiude deve preparare l'am­biente necessario anche per la sua vita amministra­tiva. È opera dunque di previdenza, di giustizia e d'interesse quella di trasportare, il più presto pos­sibile, gli uffici comunali a Governolo, perchè oltre all' essere un bisogno ogni giorno riconosciuto da questa popolazione commerciale e lavoratrice, vale anche a preparare una degna sede al futuro Porto di Governolo, che dovrà necessariamente nascere. Per trasferire il capoluogo da Roncoferraro a Go­vernolo brevi sono le pratiche.

La legge comunale e Provinciale mentre richiede voti consultivi o fa­vorevoli  per la costituzione di un nuovo Comune, non ha che un cenno per la designazione o trasferimento dei capoluoghi (art. 242, ove al comma 1. dice che il Consiglio Provinciale delibera anche sulle designazioni dei capoluoghi dei comuni). E l'eccelso Consesso provinciale non potrà essere sfavorevole.

Per capoluogo di comune s'intende il luogo ove si trova la Casa Comunale, l'Amministrazione Co­munale,  ove si adunano la Giunta ed il Consiglio, ove risiede il Sindaco ed i principali servizi comu­nali.  Attualmente però nel Capoluogo del comune di Roncoferraro, abbiamo sì la Casa con tutti gli impiegati, ma non vi risiede il Sindaco.

Tutto è artificioso nella nostra vita comunale. Le sedute invece che a Roncoferraro potrebbero tenersi piuttosto a Mantova, giacchè l' opinione pub­blica ed il concorso dei comunisti vi sarebbe maggiore. Ed infatti chi mai può muoversi da una qualsiasi frazione per andare a Roncoferraro che sta proprio alla periferia, quasi più vicino a Casteldario ed a Villimpenta che a Governolo o Formigosa, che sono le più grosse frazioni del Comune e che lo superano di qualche migliaio di abitanti anche prese separatamente? Nessun torto vogliamo rim­proverare all'ormai vecchio Capoluogo, ma bisogna sottrargli la residenza dell'Amministrazione, onde la vita dei tempi nuovi basti anche nel nostro Comune ai vantaggi del proletariato e di tutto il popolo lavoratore. La nostra Amministrazione d'ora è come accampata, attendata nel silenzio, nel deserto in ter­reno neutro, come i disgraziati Comuni sull'altipiano di Asiago, di Udine e di Belluno che hanno dovuto sgombrare per l'invasione nemica.

Il problema adunque deve essere risolto il più presto possibile onde intorno al nuovo capoluogo si raccolgano le frazioni del comune di Roncoferraro per vivere una vita migliore, sotto il rapporto del­l'agricoltura, del commercio ed anche della politica. L'attuale amministrazione ha già preparate anche le aree pubbliche per le future costruzioni. A prescin­dere dal momento attuale, Governolo, ha tutti i requisiti, per ritornare, dopo duecento anni, ad es­sere Capoluogo di Comune, perchè centro di abitanti più agglomerati del comune anche sulla sola sponda sinistra del Mincio, ma siccome la comunanza seco­lare di vita dimostra chiaramente come Governolo sinistro ( sponda sinistra del Mincio n.d.r.) non possa nell'avvenire considerarsi staccato da Governolo destro, così considerato nel suo com­plesso formerà un centro di 3000 abitanti con due Chiese, di cui una è Vicariato Foraneo per i poveri di Casale, Nosedole, Roncoferraro, Barbassolo, Bar­basso, e cioè per quelle frazioni che dovrebbero co­stituire il Comune di Governolo, qualora solo non si conceda che diventi Governolo il Capoluogo del Comune di Roncoferraro; l'altra chiesa alla destra del Mincio considerata tempio aggregato alla stessa parrocchia. Non siamo uomini  di Chiesa, ma non per questo dobbiamo disconoscere che l'Amministrazione diocesana, erede dello Spirito, dell'ordine dell'antico impero romano, cui sopravisse nel dominio univer­sale dell'anime delle plebi, molto c'insegna anche nell'attuale  questione. Infatti le due frazioni di Go­vernolo sinistro e destro del Mincio, dipendenti rispettivamente da Roncoferraro e da Bagnolo S. Vito costituivano una parrocchia sola con circa 3500 anime non solo, ma Governolo era Capoluogo del Vicariato Omonimo. Che c'entra mai tutto questo,  dirà qualcuno, nella formazione di un Comune moderno ?

Nulla! diremmo anche noi se non coincidessero per­fettamente tutte le circostanze per dimostrare che seguendo l'ordinamento della Chiesa, noi si avrebbe il comune ideale colle frazioni di Correggio, Casale, Nosedole, Roncoferraro, Barbassolo e Barbasso. Resterebbero fuori Formigosa, Villa Garibaldi e Cadè, che noi pure vogliamo unite nell'attuale Comune, ma con Governolo Capoluogo. Oltre alla giurisdizione ecclesiastica, la storia della vita di un tempo remoto dimostra che Governolo era Comune, cioè centro della vita politica, religiosa, amministrativa, agricola, commerciale della sopradetta circoscrizione, come effettivamente stanno tutt'ora a dimostrarlo le fiere, le sagre, i mercati, le comunicazioni di strade provinciali ed i grandi commerci fluviali. Ed è fatto universale costante che la chiesa cattedrale o parrocchiale fu il centro di comune riunione. I più magnifici monumenti dei nostri tempi medioevali sono appunto le Chiese, forse ancora più che i palazzi Comunali. Ed anche Governolo ha la più bella Chiesa del Comune. Altra bella Chiesa ha sulla destra del Mincio col Castello e colla Torre munita del glorioso campanone, che manda le sue onde sonore a 15 chilometri di distanza e cioè in ogni angolo delle terre che furono soggette all'antico Vicariato di Governolo.

Pur troppo a dispetto dei diritti acquisiti, la qualità di Capoluogo si presume regolare anche se non risultano le prove che ha le condizioni volute per esserlo. Ma rompendo ogni tradizione, la legge concede che il Capoluogo diventi la frazione mag­giore del Comune in ispecie quando la designazione ed il cambiamento è determinato dalla posizione topografica, delle facili vie di comunicazione e dalle condizioni di migliore salubrità. Ora Governolo tro­vasi entro il nostro comune nella posizione migliore, all'incrocio di importantissime arterie, sulle sponde del Mincio navigabile e navigato, nella linea tram­viaria Brescia - Mantova - Ostiglia. Le altre frazioni sono sopra una unica strada di comunicazione, nessuna ha servizio tramviario o ferroviario e sono poste disgraziatamente per loro, in modo che forse non l'avranno mai. Non solo Governolo ha stazione tramviaria e porto fluviale, ma ha pure servizio di Cor­riere da Governolo - Mantova, per cui é unita a Barbasso e Forrnigosa ed alle sub-frazioni di Garolda e Pontemerlano, mentre il Capoluogo d'oggi riceve persino la posta ogni mattina da Governolo portata da un procaccia speciale. E nell'avvenire Governolo sarà unita a Mantova anche dal servizio automobi­lista che dovrà percorrere l'importantissima linea Governolo - Nogara. E’ ormai matura la convinzione che le sponde del Po da Torino alle foci devono avere per tutto il loro discendere al mare, parallele le linee ferroviarie. Nella nostra provincia abbiamo già la linea Suzzara - Felonica alla destra; è questione di tempo la costruzione della sinistra che da Casal­maggiore mette a Viadana - Borgoforte - Governolo - Ostiglia. Non crediamo di navigare nelle nubi, se affermiamo che potrà darsi che i piroscafi in avve­nire  facciano servizio di viaggiatori, non solo sulla Governolo - Mantova per il Mincio, ma pure sul Ca­nale Fissero per Ostiglia.

Linee adunque tramviarie, ferroviarie, fluviali, stradali devono congiungersi a questo importantissimo nodo che si raggruppa al Mincio ed al vicino Po, per cui tutte le frazioni per profittare delle linee di S. Benedetto Po -  Ostiglia - Mantova anche oggi  devono venire a Governolo.

Il Comune di Roncoferraro dovrebbe essere or­goglioso di avere una frazione di importanza storica geografica, commerciale come quella di Governolo e dovrebbe unire tutte le sue forze per farne il suo Capoluogo onde evitare il pericolo che diventi il centro di  un Comune nuovo. È pacifico che fra i requisiti per essere capoluogo fa d'uopo che una località qualsiasi sia di facile accesso alle altre fra­zioni, ed a prescindere dalle comunicazioni di cui abbiamo parlato, Governolo è il punto in cui con­vergono tutte le strade del comune, anzi da Villim­penta muove una strada che entra nel Comune di Roncoferraro al Ponte dell'Allegrezza. Al Molinello diverge sì per Mantova passando per caso per Ron­coferraro, ma per due rami che si congiugono a Nosedole per mettersi in comunicazione con Governolo e per il ponte sul Mincio, con S. Benedetto e dall'altra parte per Ostiglia. La provinciale - Mantova - Rovigo – Ferrara entra nel comune di Roncoferraro - a circa sei chilometri da Mantova, e lo lascia quasi al 20° chilometro presso le foci del Mincio. A questo tronco si allacciano le comunali - Castelletto - Borgo - Ar­rigona - Carsedole - Barbassolo - Roncoferraro, non per andare a Mantova al quale scopo si hanno molte strade interne e quella di Villimpenta - Mantova, , ma bensì per giungere a Governolo. Questo paese adunque sarebbe il centro di un circolo di cui manca un quadrante per ragioni geografiche oc­cupate dalle acque, dalle golene, dai boschi del Mincio - Po. Ciò non toglie, però che le altre parti possano sfuggire al suo irradiamento.

Dalle due grandi arterie adunque: 'Villimpenta- Governolo  e Mantova - Governolo, scendono tutti gli abitanti delle nostre frazioni, al nostro paese, quasi tutte le settimane per il mercato, più volte all'anno per quaclcuna delle numerose sagre, e per molti giorni consecutivi alla fine di Agosto e principio di Settembre nella ricorrenza della grandiosa ed importante fiera che è la fiera di tutto il Comune, non solo ma la fiera delle vicine frazioni di Correggio Micheli - Bagnolo S. Vito -Sacchetta - Sustinente - Pra­dello - Villagrossa - Camatta - Mirasole - S. Siro - Brede.

 

 

A Roncoferraro invece si va unicamente per le pratiche al Comune. Orbene se per tanti motivi i nostri comunisti devono portarsi a Governolo, per­chè tardare oltre nel dare loro la comodità di potere accudire oltre che ai loro affari contempora­neamente anche a quelle brighe che purtroppo diventano sempre più numerose col Comune ? Per il passato ben di rado si aveva bisogno del Comune, ma le crescenti necessità della vita civile e politica amministrativa ne hanno aumentata le necessità ed è giusta che il Capoluogo sia Governolo anche perchè ebbe prima di Roncoferraro l’ufficio Postale e Tele­grafico ed in seguito anche l’ufficio di Stato Civile e dal tempo più remoto la condotta Medica e la Farmacia. .

Ma ora il Comune è la casa di tutti è la Famiglia delle famiglie nostre, dalla quale dobbiamo avere, si può dire, gli alimenti di ogni giorno; l'istruzione, l'assistenza sanitaria, la viabilità, tutto ciò che è necessario alla convivenza civile ed umana.

E sarebbe giusto pertanto che la maggioranza del Comune continuasse nel disagio attuale per portarsi quasi quotidianamente ad un piccolo borgo che altro non offre se non il palazzo municipale ?

La maggioranza della nostra popolazione sta sulla riviera del Mincio, infatti su 20 consiglieri comunali, 12 sono assegnati alle frazioni di Formigosa(4) Barbasso (3) Governolo e Casale (5). Dunque anche dal punto di vista amministrativo il nostro paese forma il nucleo più forte ed ha quindi anche qui il diritto di essere il capoluogo. Gli abitanti della lontana Formigosa, di Barbasso e di Garolda sono ad uguale distanza da Roncoferarro e da Governolo; infatti alla Canova di Garolda v'è una pietra che segna chilometri 3 per Governolo e chilometri 3 per Roncoferraro. Chiedete un pò al viaggiatore pratico dei nostri luoghi se preferisce la monotona strada attraverso risaie che conduce alla minuscola Roncoferraro a quella provinciale larga soleggiata che si apre ampia e maestosa fra siepi allietanti di biancospini, fiancheggiata da ville, case, fattorie, fra le più belle del comune. Alla Motta s'arrampica poi all'argine sinistro del Mincio ed offre in quel punto uno dei più seducenti panorama di pianura: si vedono le lontane chiome dei boschi padani pie­garsi all'orizzonte rompenti l'opalino del cielo, mentre ad oriente stendesi Governolo quasi per un chilo­metro col suo campanile e colle sue torri riflettendosi nella striscia d'argento che l'attraversa, cinta dal triplice nodo, dal ponte della tramvia, dal ponte mobile dei pedoni e rotabili e dal groviglia spaven­tevole di piloni, porte, vinciane, lucenti tettoie che di lontano sembrano un abbraccio mastruoso di serpenti: la conca del Mincio. E non è la solita uniformità dei nostri paesi di pianura, ma una grande varietà anche per chi è abituato alla dolce e serena vi­sione. Sona cose forse non belle, qualche villa semi­nascosta fra piante sempre verdi, che rendono il paesaggio nostro interessante, e senza esagerazione incantevole alle prime luci della sera quando si ri­flettono nelle sottostanti acque del Mincio ? Al prin­cipio del paese l'occhio si riposa sull'ampia distesa del prato della fiera che offre un panorama stupendo, specialmente sul finire d’agosto, mentre si smarrisce d'incanto quando all'uscire dal paese si posa nel la­ghetto rumoreggiante formato dal precipitare con­tinuo delle acque del sostegno, le quali uscendo dall'enorme vasca si riversano azzurre a breve distanza nel biondo Po, striandolo dei più vaghi colori per centinaia di metri verso Sacchetta.

 

Non è più il tempo dei sogni, però da lontani paesi vengono qui per passare lieta qualche giornata, in questa oasi affascinante che offre ogni conforto; e si riunisce nei pubblici esercizi un'onda di gente diversa. Come le città il nostro paese offre servizio di Musica e la locale banda musicale è la più antica delle mantovane e non è certo l'ultima per valore come tutti sanno, essendo innato qui il trasporto per l'arte dei suoni come fosse questo un lembo delle lagune di Venezia.

Tutto adunque concorre nel designare Governolo a Capoluogo del nostro Comune e tutte le nostre risorse devono valere per farne la gemma del Mincio.

Per la maggioranza del comune che risiede nelle sponde del Mincio, Governolo adunque deve essere il Capoluogo preferito. Certo sarebbe più comodo Garolda, ma ove sarebbero le comodità di Governolo, il suo porto, la sua Conca, la sua Stazione, il suo mercato, la sua fiera, per cui si costituiscono tanti bisogni ed interessi cogli uffici comunali che devono essere vicini il più possibile? I dodici con­siglieri adunque della Riviera del Mincio devono es­sere favorevoli al trasferimento degli uffici a Governolo. È necessario per tanto che altre frazioni, al disopra del gretto interesse di fare qualche chilo­metro in più per portarsi al capoluogo vedano la grandezza del futuro nostro comune che assurgerà specialmente a grande floridezza quando potrà usare delle rendite del patrimonio Nuvolari. Ed allora alla nuova fortuna congiunta all'importanza fluviale di Governolo potrà Roncoferraro corrispondere degna­mente per la sola sua eccentrica posizione, senza arterie e comunicazioni di sorta. Spogliamoci dun­que di ogni sentimento particolarista e facciamo un confronto colla conformazione topografica del comune e quella del corpo umano e constatiamo che Governolo è la testa del comune. Ma è colla testa che si guida e si dirige il corpo tutto. Non si possono mutare i fatti e colla collaborazione di tutti avremo il merito presso i nostri nipoti di avere co­stituita una delle unità amministrative di paesi rurali fra le più forti e fiorenti della Lombradia.

Continuando il nostro esame delle distanze tro­viamo che Nosedole è ad uguale distanza da Gover­nolo e da Roncoferraro : infatti dall'abbeveratoio di Molinella, abbiamo quasi 5 chilometri per Roncofer­raro e 6 per Governolo. Ma Nosedole si trova verso Governolo quasi di un chilometro e per le vie traverse dal Palazzetto si accorcia metà della distanza. Inoltre tutto il paese di Nosedole fa vita comune con Go­vernolo e li vediamo al mercato, alle sagre, alla fiera i buoni e fieri Nosedolesi e li vediamo spesso andare a Mantova col nostro Tram. La condotta medica si estende pure da Governolo - Casale - Nosedole. Dunque anche i consiglieri di Nosedole devono essere favorevoli al nuovo Capoluogo.

Sarebbe inutile di continuare avendo già dimo­strato che una maggioranza di 14 consiglieri può e deve volere il capoluogo del comune a Governolo.

Resterebbero ora quelli di Roncoferraro, di Bar­bassolo, Villa Garibaldi, Càdè, quattro frazioni che non raggiungono 2500 abitanti, cioè 1/4 della popolazione del comune. Ma per giustizia distributiva si pensi che i vantaggi sino ad ora sono stati di questa minoranza ed è ben giusto che in avvenire i van­taggi medesimi siano della maggioranza. Del resto devesi considerare che l'unico vantaggio di questa popolazione è quello della vicinanza, ma i frazionisti di queste 4 borgate hanno tutto l'interesse di avere per capoluogo un grosso paese che possa controllare l'opera dei pubblici amministratori ed ancora più della onnipotente burocrazia. E il vantaggio della vicinanza è minimo quando si consideri che oggi oltre agli altri, vi è il mezzo della bicicletta per uo­mini e donne, del quale mezzo di trasporto tutti; si può dire nei nostri paesi sanno usare. Roncoferraro e Barbassolo anche ora hanno frequente contatto con Governolo per i loro affari, quanti non ne vediamo di quei nostri concittadini venire a Gover­nolo a prender le corse per Ostiglia - Bologna, o per Mantova. Le meno favorite sarebbero Villa Ga­ribaldi e Cadè ma chi non sa che Villa Garibaldi è più comoda per molti dei suoi abitanti a Casteldario e che la seconda cioè Cadè è divisa in tre comuni Bigarello, S. Giorgio e Roncoferraro e che al comune di Roncoferraro non spettano che 300 abitanti circa di questa frazione? I più accreditati commentatori della legge comunale opinano che oltre alle ragioni sopra esposte per la designazione ed il cambiamento di un capoluogo di comune, devono pure tenersi in considerazione le condizioni di salubrità. Governolo non solo è in una posizione incantevole, ma anche la più salubre del comune. La vicinanza del Po di un chilometro, della foce del Mincio da due Km, at­traversato dallo stesso Mincio che epura le sue acque prima nel lago di Garda e poi in quelli di Mantova, Governolo ha l'aria movimentata perennemente e quindi depurata e salubre. Governolo poi giace in mezzo a campagne fiorenti e sane, e da una parte e dall'altra contornata da boschi. I dintorni del fu­turo capoluogo conservano ancora le vestigie del

    glorioso passato, molte ville e palazzi che un tempo erano abitati nella stagione estiva dai signori di Mantova. Allontaniamoci da Governolo oltre i con­fini della nostra parrocchia e subito verso la parte di Roncoferraro incomincia la risaia, una plaga dove infierisce la malaria che a Governolo paese non si ha. Quindi anche per la sua salubrità Governolo si impone ed ottiene il primato fra le terre del nostro comune e questo non è un piccolo fattore per un comune che col tempo vedrà accrescere le sue mansioni e corrispondentemente i suoi dipendenti. Ogni idea di opposizione alla nobile iniziativa di coloro che non badando a sacrifici vogliono incominciare l'era nuova della grande pace vittoriosa, ci pare fu­gata. Non fa bisogno di riprodurre qui le prove della grande importanza storica del futuro Capo­luogo, ma è un fatto che il nome di Governolo lo troviamo in tutte le grandi conflagrazioni Europee e lasciando pure in pace il verso Dantesco nel quale la immortala il padre della nostra lingua, Dante Ali­ghieri il più grande poeta dell'umanità, devesi ripetere che Governolo non è a nessun altro paese del man­tovano secondo per importanza storica.

Nel cataclisma che sommerse il mondo antico colla sua luminosa civiltà, al tramonto dell'impero d'occidente, a Governolo, Leone Magno, incontra At­tila flagellum Dei, che dopo avere distrutto Aquileja, Altino, Concordia, Opitergio ed altre città ve­nete, i cui abitanti si riversarono nelle lagune del­l'Adriatico dando origine alla Repubblica di Venezia, trova alle bocche del Mincio sbarrata la strada per Roma. Ed ancor oggi alla seconda domenica di Maggio, in processione i devoti Governolesi si portano a S. Leone a commemorare il grande avvenimento. Nella grande conflagrazione fra Spagna e Francia, al principio dell’epoca moderna, nella quale l'Italia perde di nuovo il suo primato sul mondo, inutilmente a Governolo si oppone ai lanzichenecchi tedeschi, Giovanni dalle bande nere, e nel 1527 i nostri eterni nemici, mettono a sacco ed a ruba la città di Roma. In quell'anno era chiusa in Castel Sant' Angelo anche Isabella d'Este Gonzaga la quale  al ritorno in patria, nel castello di Governolo consegnava lo Zucchetto Cardinalizio al figlio Ercole Gonzaga, che nel 1559 fu in pericolo di diventare Papa. E del nome di Governolo sono piene le storie dell'indipendenza nazionale degli italiani, e la pira­mide che sta di fronte al Cimitero che a tempo opportuno sarà trasportata nella piazza del nuovo Comune, attesta gli epici combattimenti del 1848.

Fortuna per noi che non divenne celebre un'altra volta nel 1917 e nella appena tramontata 1918. Le linee formidabili della testa di ponte di Governolo si svolgono dalla Motta fino a

poca distanza da Sacchetta prendendo la linea del Fissero e seguendo la strada di confine tra il Comune di Roncoferraro e di Sustinente delle Sacchette, alle Canfore e Cavecchia. Quivi    sarebbe avvenuto l'urto formidabile per il passaggio del Po e Governolo nella più grande       conflagrazione umana avrebbe perduta certamente la sua esistenza, e così eternandosi nella storia.

Meglio, assai meglio così e gloria ai nostri soldati che sul Piave e sul Montello, sul Grappa e sul Pertica, a Vittorio Veneto, fiaccarono l'e­sercito più feroce d'Europa, il primo che scese in lotta, contro la civiltà trascinando il mondo alla rovina.

Da qualsiasi aspetto dunque si consideri la questione, Governolo dimostra il diritto di sorgere dalla sua oscurità e dobbiamo onorarlo di quella supremazia sulle altre frazioni, della quale in ogni luogo d'Italia si crede egli sia insignito.

Non desistiamo adunque dalla lotta, uniti vinceremo la grande battaglia alla fine della­ quale a noi rimarrà la sponda destra e la vi­cina Correggio Micheli.

Confidiamo prima di tutto nella popolazione tutta, nella giustizia del Consiglio di Roncoferraro ed in quello provinciale di Mantova, e del Governo centrale. Noi tenteremo ogni mezzo per conservare l'unità del nostro Comune, ma qualora i nostri sforzi non vengano coronati da successo chiederemo la separazione facendo così perdere ogni importanza al Comune di Roncoferraro al quale resteranno solo le frazioni di Barbassolo, Villa Garibaldi e Cadè. Un comunello pari a quello di Gazzo Bigarello col solo vantaggio dell'ere­dità Nuvolari che sarà amministrata però in comune coi rappresentanti del nuovo Comune di Governolo, il quale ultimo conterà al minimo 8000 abitanti. Data invece la unione degli animi e degli intenti si potrà soddisfare alla necessità di tutte le frazioni col concedere al vecchio Capoluogo di Roncoferraro non solo l'ufficio di Stato Civile, ma pure la separazione del patrimonio e delle spese per sè e frazioni contermini superando i  500 abitanti.

Coll'unione feconda di tutti i Comunisti, possiamo fondare a Governolo un grande centro industriale, utilizzando le forze dell'acqua alla caduta presso il Sostegno ove si potranno sviluppare forti energie elettriche. Ricordiamoci che la vita e la civiltà muovono dai fiumi per andare ai monti e che se la natura ci ha dato un punto topografico im­portante come Governolo, noi dobbiamo fare ogni sacrificio per sfruttarne il valore e portare così il nostro paese a quell'alta importanza e considerazione, nella Provincia e nella Nazione, alla quale è destinato ed altamente degno.

     

Trascrizione e editing a cura di

Sergio Sabbadini

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