Casale nel periodo matildico

Tratto da Claudio Gobbetti "Governolo: un viaggio nella storia" p. 31 - 33

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           Torre di Casale: esempio di architettura matildica          

Fra le diverse proprietà delle quali il Marchese Tedaldo arricchì il monastero di Polirone, viene menzionato Casale Barbato, ovvero quel territorio delimitato dal canale Fissero e dal canale Allegrezza.

Lo studio di Marco Maria Farina attraverso le carte degli archivi reggiani translitterati dal Torelli, mostra che la concessione di 5 uomini da parte di Tedaldo al monastero, per una estensione di terreno pari a 700 iugeri (circa 175 ettari), fa supporre che il territorio dovesse essere occupato da boschi e paludi, una minima parte da terreno arativo e ancora meno da quello coltivato a vite.

 A Casale vi erano due chiese: quella di S. Lorenzo e quella battesimale di S.Maria. La prima dovrebbe essere di poco successiva al 1.007 ed è quella che viene citata nel documento imperiale del 1037.

  Dopo circa 70 anni (nel 1105) nella bolla di Papa Pasquale Il compare oltre alla cappella di S. Lorenzo, quella battesimale di S. Maria.

Gli studi del Marani, come afferma il Farina, fanno supporre che tra il 1007 e il 1037 fosse stata costruita la chiesa di S. Lorenzo per le celebrazioni battesimali e che fosse stata poi costruita per questa necessità, una chiesa più idonea dedicata a S. Maria.

Quella di S. Lorenzo fu ridotta a semplice oratorio.

Una preziosa notizia tratta dall'elenco dei beni confermati da Papa Pasquale Il a Polirone parla, oltre che della chiesa di S. Lorenzo e di S. Maria lasciati da Matilde di Canossa, anche di un castello.

Casale era dunque fortificato per difendersi dagli uomini e dalle bestie feroci che vivevano nei boschi circonvicini.

Una testimonianza della vetustà di questo borgo è la presenza della torre romanica oggi esistente a Casale presso la chiesa dedicata a S. Biagio."[1]

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[1] Tesi di laurea di Marco Maria Farina, Università degli Studi di Bologna, facoltà di Lettere e Filosofia: « Gli Enti Ecclesiastici mantovani dipendenti dall'abbazia di S. Benedetto di Polirone nei secoli XI XII », Anno Accademico 1978-79.