Governolo nel 1700

Curiosità storiche

(tratto da Claudio Gobbetti: "Governolo: un viaggio nella storia" p.121 - 125)

 

 

1723: Restauro del sostegno

Così l'Amadei, che era un contemporaneo di quel secolo, scrive in proposito del sostegno di Governolo:

« In quest'anno 1723 fu nuovamente risarcito il sostegno dell'acque alla chiusa di Governolo, ove poteva minacciar rovina per la cui fattura furono messi a lavoriero 400 uomini con zappe e badili, oltre altro grosso numero di paesani che, con lunghi stivali di cuoio, continuamente stavano asciugare l'acque, per dar luogo ai muratori di lavorar in calce ».

A memoria di quella circostanza fu posta una lapide tuttora esistente (vedi appendice).[1]

 

 

1722-23: Costituzione di una confraternita

 

Nell'anno 1722 ebbe inizio nella chiesa dell'Immacolata Concezione, situata nel castello di Governolo, la venerabi- le compagnia del Santo perdono d'Assisi con l'assenso del vescovo Antonio de' Conti Guidi di Bagno e dell'Arciprete di'Governolo Don Ogliani.

Tale compagnia fu iniziata per opera di alcuni zelanti confratelli. Il 3 luglio 1723 Papa Innocenzo XIII concesse il privilegio dell'indulgenza plenaria a tutti coloro che, veramente pentiti, confessati e comunicati visitassero dai primi vespri fino al tramonto del giorno 2 agosto la suddetta chiesa.

L'indulgenza fu della durata di anni sette, ma nel 1730 venne rinnovata. Nell'Archivio di Stato di Mantova vi sono numerosi avvisi e manifesti sacri di tale compagnia, stampati per essere appesi sui muri delle vie del castello.[2]

Il 22 agosto 1723 una generale convocazione elesse gli uffiziali e stabilì un perpetuo regolamento.

 

 

1735: Konigsegg e Governolo

 

Nel 1733 Luigí XV, Re di Francia, attaccò l'Austria nei suoi possedimenti italiani. Come in ogni guerra è sempre importante allearsi con altre potenze, così questa fu la volta del suo patto con la Spagna e con Carlo Emanuele III di Savoia.

La provvisoria ritirata delle truppe austriache lasciò il Basso Mantovano nelle mani degli alleati. Nel 1734 arrivò a Mantova il nuovo comandante dell'armata cesarea (o imperiale) il Conte Konigsegg. Egli con molta astuzia riuscì a liberare il mantovano dai francesi e da Carlo Emanuele III. Il passaggio a Governolo per sgomberarlo dai nemici avvenne nel giugno del 1735.[3]

 

1740: Demolízione della chiesa di Correggio

La V.P. del 1925 ci riporta nel secondo foglio la notizia che nel 1740 fu demolita la chiesa di Correggio. Le sue mansioni furono affidate alla chiesa parrocchiale di Governolo.

Non si precisa nulla dove era situata e come era tale chiesa.

 

 

1756: Costruzione della nuova chiesa parrocchiale

 

La Visita Pastorale del 1838[4] documenta che la costruzione dell'attuale chiesa fu iniziata nell'anno 1756 e fu terminata e benedetta nel 1805. Viene precisato che la sua manutenzione è di pertinenza del comune, mentre quella della canonica è di appartenenza del prete.

Nella V.P. del 1776 vi sono poche testimonianze riguardanti la nuova chiesa, mentre la vecchia chiesa viene descritta in questi termini:

"... questa chiesa è assai antica di un gusto rustico e mal ordinato;...

e già da molti anni vi è cominciata una chiesa nuova di buon disegno..."[5]

 

 

1759 - 1769 Testimonianze di fede

 

Lo Zapparoli riporta una notizia curiosa riguardo alla cappellina che sorge sulla strada che porta a Casale, detta del Bis o del Lupo. Nel 1759 un turbine spaventoso danneggiò il nostro paese. La cappellina fu costruita da un viandante di Sustinente salvatosi miracolosamente in quel luogo sotto una grossa pianta.

Nella cappellina vi sono le tracce di un dipinto che rappresenta la Madonna col Bambino in braccio. Per questo episodio non mi è stato possibile un accertamento storico: neppure i proprietari sapevano confermare questa leggenda.

 

 

 

Napoleone a Governolo?

 

Nel 1796 Napoleone entrò in Italia. Mantova, di fronte all'avanzata francese, doveva essere il centro della resistenza austriaca,. Nel mese di giugno i francesi passarono il Mincio a Governolo potendo così entrare in Mantova.

Gli Austriaci con l'arrivo del loro maresciallo Wurmser riuscirono ad allontanare provvisoriamente i francesi, ma essi, dopo il raduno di tutte le loro truppe a Castiglione, costrinsero gli austriaci alla ritirata.

Vennero di nuovo occupate dai francesi Governolo e Borgoforte impedendo così la comunicazione fluviale con la città.

La cavalleria austriaca non si perse d'animo, raggiunse Governolo e il 15 settembre ritornò a Mantova. Il 2 febbraio 1797 nonostante l'intervento di due corpi d'armata, Mantova cadde nelle mani dei Francesi.

Nel 1799 gli austriaci ripresero il mantovano. Successivamente in una continua altalena di occupazioni francesi e austriache prepararono quel grande momento storico che nel risorgimento innalzò Governolo a tanto onore.

Non è difficile ipotizzare che Napoleone in tutte queste vicissitudini di guerra avesse soggiornato anche Governolo.[6] Tuttavia non sono stare trovate testimonianze al riguardo.

 

 

1797: Un episodio curioso

 

Il Dott. Alberto Benedini, direttore scolastico, in una sua pubblicazione edita in occasione del centenario della liberazione di Mantova dal dominio austriaco, riporta:

« ... il Risorgimento ebbe (da noi) alba precoce. Se ne potrebbe fissare la data in quel lontano 10 maggio 1797, quando, sulla piazza di Roncoferraro, in mezzo ad un quadrato formato da reparti a piedi e a cavallo dell'esercito francese e da contadini dei dintorni, venne piantato l'albero della libertà..., della libertà donata dalla Repubblica francese alla sorella Repubblica cisalpina, di cui i nuovi consiglieri comunali, guarda caso tutti governolesi!, erano i degni rappresentanti ... ».[7]

La festa finì con il triplice sparo dei fucili preceduto da un discorso ufficiale inneggiante alla libertà e alla fraternità.

 

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[1] F. AMADEI, Op. Cit., VOI. IV, pag. 372; E. Azzi, Op. cít., pag. 70.

[2] A.G. PXXIV. 16, busta 3364.

[3] Mantova « La Storia », vol. III, pagg. 201-205.

[4] V.P. 1838 Vescovo Bellè, vol. III, fascicolo 99, ASDMN.

[5] ASDM, visita 1776, foglio 43.

[6] Mantova « La Storia », vol. III, pagg. 234-35.

[7] ALBERTO BENEDINI, Pagine di storia risorgimentale mantovana, Padova, CEDAM, 1967, pag. 111.